SUNNEI non è un semplice brand di abbigliamento: è un collettivo creativo, un concetto di lifestyle. Nato con la linea menswear, oggi il brand di Milano ha spopolato grazie ai social media e al suo design inconfondibile che unisce streetwear, funzionalità e freschezza. Concentrandosi su arte e design, Loris Messina e Simone Rizzo hanno dato vita a SUNNEI Canvas, uno spazio digitale per dare la possibilità ai retailer di personalizzare la loro collezione. Scopri il brand capace di fondere vita reale ed esperienza virtuale che ha introdotto una nuova luce nel mondo della moda.
Simone Rizzo e Loris Messina
In che modo le vostre origini (francese e italiana) influiscono sull’estetica per cui SUNNEI è conosciuto?
La fusione delle nostre culture traspare dai tratti distintivi del brand. Simone, originario del Sud Italia, porta la semplicità delle forme, io, proveniente dalla Francia, porto un po’ di ricercatezza. In più, a prescindere dalle nostre origini, SUNNEI trasmette molto di quella che è la città di Milano, dove viviamo da qualche hanno e abbiamo deciso di creare il nostro brand in modo spontaneo.
Com’è iniziato tutto? Non avete studiato fashion design, ma avete ottenuto grande successo. Pensate fuori dagli schemi?
SUNNEI è nato dopo alcune esperienze che abbiamo fatto in vari ambiti della moda. Abbiamo lavorato come fotografi, buyer, addetti all’ufficio stampa: in passato, siamo stati tutto tranne che designer. Sono proprio queste esperienze però che ci hanno permesso di avere una visione a 360° del settore. E poi, il nostro approccio naïf è ciò che ci fa andare avanti con una mente aperta. Non aver mai avuto alcun tipo di esperienza nel design ha fatto sì che potessimo buttarci in qualcosa di nuovo partendo da zero, senza preconcetti. Abbiamo imparato tutto strada facendo, dalla selezione dei tessuti, all’organizzazione dei fitting prima della sfilata.
Cosa significa SUNNEI e cosa rappresenta come brand?
SUNNEI è un’entità indipendente che si allontana dagli schemi della moda, soprattutto da quelli del contesto milanese. Fin dall’inizio abbiamo puntato tutto sull’autenticità, senza seguire i canoni della moda in modo forzato. Le nostre collezioni sono il frutto di ciò che immaginiamo, di ciò che vediamo e di ciò che ci piace. Abbiamo creato un sistema del tutto nostro basato su una community di creativi provenienti da tutto il mondo che danno più importanza al contenuto che alla forma. SUNNEI rappresenta lo spirito del brand: il nome richiama la storpiatura italiana della pronuncia di ‘sunny’. In questo modo vogliamo ironizzare sull’uso del’inglese nelle altre lingue.
Adesso state a Milano. Conosciuta per essere una delle capitali della moda, in che modo influenza la vostra vita e il vostro brand?
Ciò che lega noi a Milano è qualcosa di autentico che si riflette su SUNNEI e su vari progetti che abbiamo sviluppato. Per fare un esempio, in occasione della sfilata PE20 abbiamo rivalorizzato un’area periferica della città che adesso ha preso il nome di BIANCO SUNNEI ed è diventata uno spazio polifunzionale dal grande potenziale. Ricercatezza, creatività, ironia e bellezza senza tempo sono alcune delle caratteristiche della città che vogliamo incorporare nel nostro brand.
Avete iniziato con il menswear: a che punto avete deciso di lanciare la linea femminile?
La nostra idea di SUNNEI va al di là di womenswear e menswear. Abbiamo iniziato con l’abbigliamento maschile per prenderci la mano, poi abbiamo introdotto la collezione donna. Dopo poco abbiamo inserito anche gli accessori. Non avevamo alcuna esperienza nel settore, ma abbiamo raggiunto i traguardi sperati grazie alla collaborazione con i nostri partner. Le scarpe Dreamy sono diventate il pezzo più riconoscibile del brand; la borsa Bauletto è l’oggetto che vogliamo rendere cult prossimamente.
A cosa vi ispirate per le vostre collezioni e come si sviluppa il vostro processo creativo?
Le nostre collezioni traducono ciò che vediamo e viviamo ogni giorno. Le idee ci vengono dalle persone che ci circondano, amici, colleghi e collaboratori, ma anche dalle persone che vediamo per strada qui in città. I social media sicuramente ci hanno permesso di farci conoscere in tutto il mondo.
Qual è il vostro rapporto con i social media?
Abbiamo mosso i primi passi proprio su Instagram, per questo il digitale è sempre stato parte integrante di SUNNEI. I social hanno dato un boost alla crescita del brand e ci hanno permesso di attirare una grande fetta di utenti fin dall’inizio. Per noi IG è una finestra sul mondo e crediamo che la nostra strategia funzioni perché abbiamo deciso di creare un linguaggio visivo che ci distingue. Comunque, secondo noi il sistema che in cui ci siamo inseriti qualche anno fa adesso è già saturo. Ecco perché ci siamo spostati su altri tipi di progetti ibridi che intrecciano il piano fisico con quello virtuale.
Durante il lockdown sul vostro account IG abbiamo visto creativi provenienti da diversi paesi e settori. Come decidete con chi collaborare?
‘Artists Gathering’, attivo fin dal primo giorno di lockdown, riuniva tutti i nostri collaboratori. È stato naturale per noi rivolgerci a loro per questo progetto: eravamo tutti uniti dalla stessa routine, per questo abbiamo chiesto loro di raccontarsi attraverso il nostro account in modo spontaneo. Attraverso le 40 performance live del progetto abbiamo toccato l’arte in ogni sua forma: illustrazione, musica, disegno, scultura, cucina, disegno floreale, arte contemporanea e molto altro.
Una volta avete detto che nonostante SUNNEI sia un brand italiano, la vostra clientela è prettamente straniera. Inizialmente il vostro primo mercato era la Corea del Sud. Perché, secondo voi?
Non miriamo a nessun’area geografica in particolare, ma ci sono alcuni paesi (come la Corea del Sud) in cui il mix di minimalismo e colori vivaci incontrano i gusti delle persone.
‘Everyday I wear SUNNEI’ è una frase che lascia il segno. Avete in mente un cliente modello?
I nostri clienti cercano un guardaroba ricercato ma senza tempo: in SUNNEI trovano una community internazionale in cui riconoscersi. Vorremmo trasmettere a tutti loro un ideale di libertà, l’opportunità di non prendersi troppo sul serio e la capacità di trascendere i trend.
Considerato l’uso che abbiamo fatto del digitale nell’ultimo periodo, mi è piaciuta molto la vostra campagna Primavera Estate 2021. Il video delle modelle virtuali che ballano la Macarena realizzato con Pezzo di Studio è geniale. Come avete avuto questa idea?
Come abbiamo detto, le nostre collezioni rispecchiano ciò che viviamo ogni giorno. Per questo, considerando la situazione attuale, un progetto 3D ci sembrava la cosa più azzeccata. L’idea di SUNNEI Canvas ce l’avevamo già in mente da un po’ di tempo, ma è stato proprio durante la quarantena che abbiamo avuto modo di svilupparla nel modo in cui volevamo. La Macarena l’abbiamo scelta perché è un ballo che tutti conoscono e perché rappresenta bene la nostra volontà di non prenderci troppo sul serio.
Potete dirci di più su SUNNEI Canvas? È stata usata anche dai buyer. Come funziona e com’è stata accolta dagli utenti?
SUNNEI Canvas nasce dal rapporto diretto fra il brand e i partner attraverso il quale nascono collezioni e contenuti unici e personalizzati. Il progetto fa leva sulla giustapposizione fra realtà ed esperienza virtuale e vuole diventare uno spazio parallelo all’universo del brand. Il settore ha accolto questa novità con interesse per la sua portata ambiziosa e per il suo linguaggio molto semplice.
La seconda parte del progetto SUNNEI Canvas è stata presentata a settembre con la Fashion Week di Milano. Com’è stato partecipare all’evento per la prima volta?
La seconda parte della Primavera Estate 2021 l’abbiamo presentata il 24 settembre all’interno della piscina vuota del Lido di Milano: una location molto particolare. Anche se Canvas ci aveva permesso di presentare la nuova collezione senza un evento fisico, abbiamo voluto comunque organizzare una vera sfilata che abbiamo reso disponibile per tutta la community attraverso il live-streaming. Questa parte è complementare a SUNNEI Canvas perché l’elemento 3D è stato sostituito dal reale e l’elemento virtuale da quello fisico. Mentre la prima parte era composta da recuperi delle vecchie collezioni, la seconda si basa sulla sperimentazione e la ricerca, anche dal punto di vista del design.
Avete collaborato con brand come Valextra e RETROSUPERFUTURE. Con chi altri vorreste collaborare?
Non ci abbiamo pensato. Nell’ambiente caotico delle collaborazioni, abbiamo sempre aspettato di poter realizzare co-branding che avessero un vero significato. È capitato nel caso di un interesse reciproco per l’autenticità senza tempo, per la qualità e per i valori. È andata così con Valextra. Riguardo a RETROSUPERFUTURE, quella è stata la prima volta in cui abbiamo dato vita a un paio di occhiali da sole, oggi accessori fondamentali per il brand.
Cosa pensate del consumismo di massa? In che modo SUNNEI sta al passo coi tempi e con la sostenibilità?
Crediamo che la pandemia abbia cambiato le priorità dei consumatori secondo il mantra ‘fare di più con meno cose’. La filosofia no-trend di SUNNEI va proprio in questa direzione: disegniamo pezzi versatili adatti per varie occasioni.
Cosa c’è in programma per SUNNEI?
Ottobre è un mese pieno di cose: stiamo lavorando a una grande quantità di materiale per la collezione FW20 che arriverà nei negozi fra poche settimane.
Un ringraziamento speciale a Simone Rizzo e Loris Messina.