Parigi e Milano sono il simbolo dello stile chic contemporaneo. Anche questi tre nuovi brand guidati da donna lo sono: Blazé Milano, KOCHÉ e The Andamane. Le abbiamo intervistate per sapere di più sulle loro fonti d’ispirazione, su cosa caratterizza il loro brand, su come abbinare i loro pezzi preferiti e sui loro progetti futuri.
Corrada Rodriguez D’Acri, Delfina Pinardi e Maria Sole Torlonia
Eravate tutte fashion editor da Elle. Quali sono i vostri background e perché avete deciso di creare Blazé Milano?
Delfina: abbiamo sempre visto il blazer come il capo fondamentale per ogni occasione (dal giorno alla sera, al lavoro e durante il weekend). A quei tempi correvamo da una sfilata a un’altra e non potevamo fare a meno di notare che il blazer giocava un ruolo fondamentale in quasi ogni collezione. Da qui, ci siamo rese conto del gap di mercato che esisteva per questo singolo prodotto: non esisteva una linea interamente dedicata alle giacche. Il blazer perfetto era difficile da trovare; non ne esistevano come quelli sartoriali dei nostri genitori. Sole e io siamo cresciute indossando giacche da equitazione, Corrada, invece, sfoggiando i bottoni d’oro dell’uniforme di suo padre, un ufficiale della Marina Italiana. Ecco perché il blazer è un elemento centrale che lega le nostre vite. Quello di Blazé è pensato per la donna contemporanea e indipendente che si promuove come figura fondamentale all’interno della società. Ora, più che mai, c’è bisogno di diffondere questo messaggio.
Cosa distingue Blazé Milano dagli altri brand contemporanei? Pensate che Milano abbia una grande influenza sull’estetica del brand?
Corrada: il brand ha sempre avuto sede a Milano, fin dagli inizi, e noi abbiamo sempre avuto uno spirito urbano ma anche molto vicino alla natura. Grande ispirazione ci viene dal mare e dalla campagna. Cerchiamo di restare fedeli alle nostre origini, alle nostre radici, alla nostra storia, al perché della nostra scelta, alle donne che stimiamo e ai valori in cui crediamo. Ogni nostra collezione vuole celebrare uno charme classico e senza tempo in un modo sempre diverso.
Quali sono le vostri fonti d’ispirazione e quali altri brand ammirate?
Sole: ci ispiriamo a tutto ciò che cattura la nostra attenzione: a una donna con stile, a un vecchio film, a una canzone, all’interior design e all’arte. A volte troviamo spunti interessanti perfino nella nostra vita privata. La nuova collezione Estate, in particolare, Sweet Escape, richiama proprio il momento in cui è stata disegnata. Essendo stata progettata durante il lockdown rimanda alla voglia di viaggiare. Poi ci sono i grandi stilisti che abbiamo sempre considerato vere e proprie icone: Yves Saint Laurent, Cristobal Balenciaga, Coco Chanel e Christian Dior. Tutti hanno dato un significato alla moda attraverso il loro stile.
Per quali donne disegnate?
Blazé si rivolge alla donna moderna che preferisce un abbigliamento sostenibile, indossabile, ben fatto, funzionale e di tendenza. Per noi i capi su cui puntare sono quelli da tramandare di generazione in generazione, non quelli di fast fashion. Le donne a cui pensiamo danno valore alla tradizione e alla qualità: scelgono Blazé per enfatizzare la loro autodeterminazione come strumento vincente per affrontare un’agenda fitta di impegni e spostamenti; hanno bisogno di un capo chic e versatile per essere impeccabili in ogni situazione.
Blazé Milano è sinonimo di lusso e sartoria. Cosa rende speciale il vostro blazer?
Delfina: grazie mille per il complimento! Siamo molto felici di essere accostate a questi concetti. Dietro al nostro blazer c’è molto lavoro da parte di ogni membro del team. Il blazer è un capo perfetto in sé: è un capospalla da oltre 100 anni. Il nostro, in più, ha sempre qualcosa di inaspettato ed eccentrico, senza allontanarsi dalla costruzione sartoriale classica. Aggiungiamo qualcosa della nostra estetica e della nostra conoscenza del fashion system scegliendo tessuti e materiali pregiati, anche per i bottoni. E soprattutto, abbiamo sempre in mente un modello di donna dall’eleganza naturale e con un’attitudine mascolina. Fra le nostre muse ci sono Lady Diana, Lauren Hutton, Caroline de Maigret e Lauren Bacall.
Andiamo matte per le vostre tasche ad arco! Sono dettagli come questo che fanno emergere un brand dalla folla. Perché questa scelta?
Corrada: Grazie! Diciamo che, avendo messo al centro della nostra linea un capo del guardaroba maschile, avevamo bisogno di rendere il fit oversize più femminile attraverso qualche dettaglio. Il motivo ad arco era molto comune nella moda anni ‘20: quella curva era una forma ricorrente nell’architettura e nell’interior design di quel periodo. Ispirandoci a quell’epoca abbiamo presto capito che le tasche inarcate avrebbero avuto un enorme impatto. Possiamo considerarle come il nostro logo: elegante e discreto, la firma su ogni nostro capo. Adesso le nostre collezioni includono anche una serie di total look e la Smiley Pocket è sempre presente.
Quali sono i vostri pezzi preferiti della vostra ultima collezione? Come li abbinereste?
Delfina: per me, il Brumbeat EveryNight blazer in lana micro-check con doppio spacchetto posteriore. È mascolino ma sofisticato. Non vedo l’ora di indossarlo in città o in campagna per un weekend insieme al collo alto Highland e ai jeans Nariida, entrambi della collezione Blazé Club Sportif.
Quali personaggi celebri vorreste invitare fuori a cena?
Corrada: amo mangiare nei ristoranti sul mare. Ho alcuni ristoranti del cuore sulla costa del Mediterraneo, ma se dovessi invitare qualcuno di speciale lo porterei Da Gioia, nella mia isola natale, Capri, dove ho trascorso molte estati felici. Credo che ci porterei il mio poeta e autore preferito, Kahil Gibran: vorrei ascoltarlo parlare mentre bevo un buon Aglianico. Altrimenti vorrei avere qualche lezione di stile da Brigitte Bardot da Maxime a Parigi: negli anni ‘70 lo frequentava molto… una volta ha tentato di entrare scalza nel ristorante!
Progetti futuri? Con chi vorreste collaborare?
Sole: vogliamo collaborare con brand e persone che hanno stile, che portino qualcosa di nuovo e consapevole nel mondo della moda. Ci stimolano molto i punti di vista diversi dal nostro e diamo molto valore a ciò che impariamo da ogni collaborazione. Ultimamente puntiamo molto su bellezza, gusto e alta qualità. In questo momento guardiamo avanti ma, allo stesso tempo, prendiamo spunto dalle nostre origini. Blazé è nato nel 2013 come brand ‘Made to Order’. Siamo state fortunate di aver potuto espandere la nostra linea nel ready-to-wear per andare incontro alla domanda crescente. Il Blazé Atelier è una cosa diversa: i clienti lì possono essere creativi e aggiungere le proprie iniziali ricamate. Il loro blazer su misura è pronto nel giro di 4-6 settimane. Sono tutti pezzi unici e non si trovano nelle nostre collezioni RTW.
Christelle Kocher
Puoi dirci di più sul tuo background e su com’è nato KOCHÉ?
Dopo il diploma alla Central Saint Martins ho lavorato per maison prestigiose come Bottega Veneta, Dries Van Noten, Chloé e Martine Sitbon. Nel 2010 sono stata nominata direttore artistico di Maison Lemarié, Chanel Métier d’Art. Nel 2015 ho creato KOCHÉ. Adesso divido il mio tempo fra KOCHÉ e Lemarié. Ho creato KOCHÉ per uscire dagli schemi con qualcosa di mio. Ho creato un mondo inclusivo, generoso, pieno di gioia. Voglio mostrare al mondo la mia idea di bellezza, di genere, di corpo. Ecco perché mi sono cimentata in questo progetto creativo. Il DNA del brand è un potente mix di couture, streetwear e arte e rappresenta tutto il mio percorso professionale.
Nel 2019 hai vinto l’ANDAM Grand Prize. Come ti ha cambiato la vita e che impatto ha avuto sulla crescita del tuo business?
Per me è stato un grande onore. È un prestigioso riconoscimento del mio lavoro da parte di importanti personalità del settore. È stato incredibile… Martin Margiela era nella giuria; Renzo Rosso era il Presidente ed è stato il mio mentore: abbiamo firmato un contratto per sviluppare il progetto KOCHÉ insieme al suo gruppo, l’OTB (Diesel, Margiela, Marni…). Adesso ai nostri clienti proponiamo il meglio del Made in Italy!
Credi che KOCHÉ possa essere inserito nel cliché della moda francese?
Non proprio. Vivo e lavoro a Parigi. Amo la mia città, ma ho anche vissuto e lavorato a Londra, Milano, Strasburgo e New York. Non vedo KOCHÉ come un brand parigino in tutto e per tutto, lo vedo piuttosto come un progetto internazionale. Sfiliamo alla Paris Fashion Week, ma abbiamo organizzato due show a NYC, due a Tokyo, uno a Milano per la collaborazione con Pucci e uno a Marsiglia. Viaggiare, incontrare persone di culture diverse è fondamentale per me: stimola la mia creatività e mi arricchisce.
Quali sono le tue fonti d’ispirazione? Quali designer stimi di più? A quale tipo di donna si rivolge il tuo brand?
Le persone e la vita reale sono la mia ispirazione: amici, artisti, musicisti, atleti… Disegno per persone reali. KOCHÉ è un brand da indossare! La donna che ho in mente è una donna forte, che vuole trovare sicurezza in ciò che indossa. Mi incuriosisce molto anche l’arte contemporanea. Quest’estate sono stata al Soulages Museum nel sud della Francia: mi ha molto colpita. Ho avuto la fortuna di lavorare per quasi 10 anni con Karl Lagerfeld. È ancora nei miei pensieri quando disegno. Inoltre, posso considerare Michèle Lamy come mia madrina in questo campo. Queste sono le persone che mi danno la forza necessaria per farcela.
KOCHÉ significa lusso, sartoria e streetwear. L’estetica del brand coincide col tuo stile personale?
Sì, indosso sempre i capi della mia collezione. Mi piace accostare pezzi di lusso ad altri più casual.
Quali sono i look che preferisci della tua collezione? Come li abbineresti?
Di questa stagione amo soprattutto i capispalla. I cappotti hanno un design avanguardista, soprattutto nelle spalle. Possono essere sofisticati anche sopra a un paio di jeans.
Hai collaborato con Goossens e Adieu: con chi altri vorresti collaborare?
L’anno scorso ho avuto il piacere di collaborare con NIKE per la Women’s Soccer World Cup: è stato molto bello celebrare le donne nello sport. Ho disegnato 20 abiti di couture per le atlete e ho sviluppato un abito e un reggiseno in edizione limitata. Lo scorso febbraio sono stata guest designer per la collezione Autunno/Inverno 2020 di Emilio Pucci che ha sfilato alla Milano Fashion Week. Un’esperienza incredibile che mi ha permesso di esplorare l’archivio della maison italiana: è stato un piacere e un grande divertimento lavorare con Laudomia Pucci e il suo team. Sono molto fiera della collezione perché credo sia un perfetto trait d’union tra KOCHÉ e Pucci.
Quale personaggio del passato o del presente inviteresti a cena?
Vorrei incontrare Simone de Beauvoir. Il suo pensiero ha avuto una grande influenza su di me. Era audace e moderna. Ha incoraggiato le donne a lottare per i propri diritti e ha cambiato il modo in cui la società le percepisce. A quel tempo non è stato facile, ma ancora oggi c’è bisogno di combattere! Se la potessi invitare a cena la porterei da CAM, il ristorante del mio amico e chef Eseu Lee. Consigliatissimo se vi trovate a Parigi!
Progetti futuri?
Ci sono un sacco di sorprese in arrivo
Lavorate insieme per Paris Texas. Come avete deciso di creare The Andamane?
Abbiamo sentito l’esigenza di lavorare a una linea di womenswear contemporanea da indossare day-to-night, dall’ufficio ai party, aggiungendo solo un rossetto e una clutch.
Cosa distingue il vostro brand dagli altri?
The Andamane segue i trend ma si concentra sui pezzi essenziali e fondamentali da indossare stagione dopo stagione.
Milano, la vostra città, è una fonte d’ispirazione per voi?
Certo. Milano è sinonimo di arte e moda: camminando per la strada non puoi non notare le persone, i dettagli, gli angoli della città.
Altre fonti d’ispirazione?
La collezione attinge alle donne del passato e del presente e alla loro passione per i vestiti.
Per quale tipo di donna disegnate?
The Andamane si rivolge alle donne sempre in movimento che vogliono sentirsi a proprio agio dalla mattina alla sera. Per questo i nostri capi si abbinano alla perfezione con praticamente ogni cosa.
The Andamane è sinonimo di lusso, sensualità e divertimento. Le stampe animalier e il metallizzato sono ciò che salta subito all’occhio della vostra collezione. Quanto tempo impiegate per scegliere i tessuti e i pattern?
Questo è proprio lo step più stimolante del processo. Puntiamo sempre sui tessuti e i pattern che suscitano sensazioni positive guardandoli e indossandoli.
Quali sono i pezzi che preferite della vostra collezione? Come li abbinereste?
I capi che amiamo di più sono gli slip dress di seta e i blazer oversize imbottiti. Ci piace l’idea di accostare un vestito minimal a una giacca dal taglio mascolino.
Con chi vorreste collaborare?
Ci piacerebbe collaborare con tutti quelli che ci ispirano, che portano una nuova visione e nuovi stimoli all’interno del processo di design.
Progetti futuri?
La Primavera/Estate 2021 sarà come una rinascita del brand: sarà una collezione pulita ed essenziale con capi senza tempo realizzati con nuovi tessuti, nuove forme e nuove lunghezze, declinati in colori audaci e neutri. Preparatevi a grandi cose!
Un ringraziamento speciale a Corrada Rodriguez D’Acri, Delfina Pinardi e Maria Sole Torlonia; Christelle Kocher e al team di The Andamane.