In occasione della Giornata Internazionale della Terra, abbiamo voluto prenderci un momento per celebrare i traguardi raggiunti e riflettere su quanto ancora possiamo fare per il nostro pianeta. Con accordi importanti come il Clean Water Act e l’Endangered Species Act, l’Earth Day è dedicato a tutti quelli che lavorano per costruire un futuro più verde. Anche la moda fa la sua parte, discostandosi dai tradizionali ritmi del settore per promuovere una via più sostenibile. Dai materiali organici ai tessuti vegani, dal commercio equo e solidale all’empowerment femminile, i designer e i creativi che abbiamo avuto il piacere di intervistare sono fra i nostri preferiti della selezione LVRSustainable.
I 5 brand che stanno forgiando la moda in rispetto dell’ambiente ci parlano delle loro fonti d’ispirazione e di come festeggeranno la Giornata della Terra.
Come festeggerete la Giornata della Terra?
Può suonare strano per una giornata di festa, ma la cosa migliore per celebrare il pianeta è proprio non fare niente, ridurre le azioni all’essenziale, proprio come stiamo affrontando il periodo di quarantena. La Terra ne sta beneficiando molto.
Quali sono i progetti e le organizzazioni a cui vi sentite più vicini?
Noi siamo soltanto all’inizio di questa avventura, ma abbiamo scelto di aderire alla TREE NATION, l’organizzazione che ci aiuta a piantare un albero per ogni borsa che vendiamo. Inoltre, collaboriamo con grandi retailer come LuisaViaRoma per il progetto LVR Sustainable attraverso i loro contenuti. Crediamo molto nell’approccio di LVR. In futuro vorremmo essere al fianco di piccole organizzazioni che lavorano a diretto contatto con le comunità. Stiamo pensando ad alcuni progetti in Messico, Mali e Kenya.
Che ruolo hanno la sostenibilità e la tutela ambientale nella vostra vita professionale e personale?
Io sono cresciuto poco fuori da una piccola città in Messico, circondato dalle montagne. Francesca è cresciuta in Puglia, a stretto contatto col mare. Siamo sempre stati attratti dalla natura in modi diversi, quindi facciamo del nostro meglio ogni giorno per proteggerla. Ci siamo subito resi conto dell’impatto positivo del nostro brand… la sostenibilità è centrale nel nostro progetto, per questo siamo molto fieri di essere partner di LVR Sustainable.
A cosa vi ispirate per le vostre collezioni?
A tante cose: alcune volte ai viaggi, altre semplicemente a una giornata trascorsa al fiume a osservare la natura. Adesso ci interessiamo molto ai nuovi materiali sostenibili da usare per le nostre borse: ci incuriosiscono quelli generati con piante, frutta e carta. Questa è la parte più stimolante del processo creativo… il lampo di genio ci arriva quando meno ce lo aspettiamo.
La sostenibilità è il nuovo lusso?
No, credo che la sostenibilità sia l’unica via percorribile al momento. Per questo THEMOIRÈ si impegna ad offrire prodotti eco-friendly prodotti in Italia, commercializzandoli a un prezzo accessibile e contribuendo alla riforestazione.
Come festeggerete la Giornata della Terra?
La festeggeremo come ogni anno, cercando di dare il nostro contributo per un pianeta più sano attraverso la nostra piattaforma. Un passo alla volta! Ci impegniamo a ridurre l’impronta ecologica dei nostri prodotti e a tutelare le persone che fabbricano le nostre scarpe: vogliamo partecipare attivamente ad una rinascita sostenibile del sistema moda. Il 22 aprile è la giornata in cui dimostriamo tutto il nostro impegno verso la nostra Madre Terra. Siamo orgogliosi di collaborare con LVR Sustainable: ammiriamo i grandi retailer che offrono al cliente un’accurata selezione dei nuovi talenti con proposte green.
Quali sono i progetti e le organizzazioni a cui vi sentite più vicini?
Il nostro nome è centrale in ogni cosa che facciamo. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ripercussioni che la produzione calzaturiera ha sull’ambiente e sulle persone. Lavoriamo per porre fine agli sprechi eccessivi e per trovare soluzioni semplici con effetti a lungo termine. Lavorando a stretto contatto con le nostre fabbriche e i nostri fornitori, abbiamo dato vita a GOOD LUCK SHOES, un’iniziativa di beneficenza che fornisce calzature ai migranti provenienti dall’Europa. Abbiamo donato più di 3000 paia di scarpe funzionali a migranti e rifugiati attraverso i vari centri di immigrazione. Ci piace conoscere le persone che trovano alloggio in questi centri d’accoglienza. Quali sono le loro storie? Cosa li ha spinti a lasciare il loro paese? Quali sono le loro ambizioni? Cosa li aspetta?
Inoltre, raccogliamo fondi per organizzazioni come The Dream Catchers, un ente che dà alloggio ai bambini e insegna loro a ballare. Gli Ikorodu Talented kids sono un gruppo di bambini nigeriani, di Ikodoru, che dal 2014 sono sotto la tutela di The Dream Catchers. Per loro, siamo riusciti a raccogliere 4000£ per la creazione di una nuova zona comune e un nuova sala da ballo.
Che ruolo hanno la sostenibilità e la tutela ambientale nella vostra vita professionale e personale?
In quanto esseri umani, siamo tutti nati con un’innata responsabilità ambientale. Adesso ci chiediamo che aspetto avrà il pianeta fra qualche mese… Crediamo che Madre Natura ci abbia lanciato un chiaro messaggio: rallentare i ritmi frenetici del settore e delle nostre vite. Speriamo che tutto questo possa creare le condizioni per una moda più eco-friendly, che i giganti del fashion non abbiano paura di fare i giusti cambiamenti e che i decisori politici favoriscano un processo di orientamento alla sostenibilità. Abbiamo bisogno di rientrare in contatto con la natura e di cambiare il nostro comportamento per proteggerla. Siamo positivi e ottimisti e vogliamo fare la nostra parte per cambiare la filiera produttiva nel settore calzaturiero. Vogliamo facilitare il dialogo, il dibattito e le varie iniziative. Vogliamo contribuire alla creazione di una comunità più sensibile a questi temi, come brand e come consumatori, attraverso ciò che scegliamo di acquistare e attraverso le nostre azioni quotidiane.
A cosa vi ispirate per le vostre collezioni?
Per la PE20 abbiamo utilizzato gomma riciclata per la suola delle scarpe; cotone organico per la tomaia e i lacci. La soletta è in eco-lite riciclato e gli occhielli sono in metallo riciclato. Ci ispiriamo ai nuovi materiali e li rivisitiamo con un gusto rétro. Ci assicuriamo sempre che i materiali scelti siano eco-friendly e prodotti in modo etico; riduciamo al minimo i processi produttivi; ci impegniamo ad adottare pratiche etiche; doniamo ai senza tetto e ai più bisognosi le giacenze in magazzino e i prodotti fallati; diamo il nostro contributo per migliorare le vite delle persone e la salute del pianeta.
La sostenibilità è il nuovo lusso?
Dopo aver lavorato per e collaborato con brand di street style ci siamo resi conto degli enormi sprechi della produzione. Dopo aver appurato gli effetti devastanti della produzione convenzionale, abbiamo capito che c’è bisogno di trovare una valida alternativa. La moda finalmente sembra avviarsi verso un futuro più sostenibile, ma i brand devono essere educati a scelte eco-friendly e etiche. La produzione di scarpe può avere impatti molto negativi per la necessità di creare tante componenti di un prodotto. Purtroppo non si può eliminare l’uso del cotone o della gomma di punto in bianco; si deve però usare ogni strumento per sensibilizzare il settore sul problema e trovare una soluzione. Crediamo che i brand non abbiano tutti gli aiuti per diventare più sostenibili: servono le giuste informazioni e non è facile ottenerle. Quando i brand saranno guidati con le giuste risorse la sostenibilità sarà attuabile ad ogni livello, dallo street al lusso.
Il nostro scopo è quello di costruire un brand sostenibile e accessibile, il nostro motto è “dare al mondo qualcosa di buono” e noi lo facciamo selezionando materiali sostenibili, monitorando la produzione da vicino e collaborando con enti benefici e organizzazioni che condividono i nostri valori. Ognuno deve dare il suo contributo, seppur piccolo.
Come festeggerai la Giornata della Terra?
Quest’anno sono a St.Barths, dove abita mio padre. Credo che mi alzerò presto per andare a camminare sulla spiaggia di Colombier, una bellissima riserva naturale. Tornata a casa, passerò il resto della giornata a lavorare, ma se riuscirò a trovare un po’ di tempo, vorrei andare a fare un po’ di snorkeling: stare sott’acqua mi fa sentire al sicuro.
Quali sono i progetti e le organizzazioni a cui ti senti più vicina?
Healthy Seas. Dal 2013, insieme a pescatori e sub, sono riusciti a raccogliere oltre 500.000 chili di reti di plastica dagli oceani. Grazie a loro sono stati salvati molti pesci e altrettanti non rischieranno di essere intrappolati. FISCH dona ogni anno a questa organizzazione: ci sta molto a cuore il loro lavoro.
Che ruolo hanno la sostenibilità e la tutela ambientale nella tua vita professionale e personale?
Cerco di fare del mio meglio, ma sono ben lontana dalla perfezione. In teoria, per essere pienamente sostenibili si dovrebbe essere vegani, viaggiare poco e vivere con l’essenziale. Purtroppo però il mondo in cui viviamo ci rende molto difficile adottare questo stile di vita, perlomeno per adesso. Nel mio piccolo, cerco di mettere in pratica ogni giorno le azioni sostenibili che non mi costano alcun sacrificio. Odio il sapore del caffè nei contenitori di plastica, ecco perché uso solo tazzine di porcellana; preferisco l’abbigliamento vintage a quello di nuova produzione e non chiedo mai la cannuccia di plastica con i drink. Evito, quando posso, ogni forma di packaging. Non utilizzo confezioni monouso di plastica per conservare gli alimenti in frigo, non mangio tanta carne, riciclo il più possibile e bevo acqua corrente filtrata. Non compro gioielli di corallo o con conchiglie.
Tutti possiamo mettere in pratica queste semplici regole. La cosa per me più difficile è ridurre la quantità di pesce da mettere in tavola. Sono cresciuta in una zona con grandissima disponibilità di pesce, ma adesso molte specie sono in via di estinzione. Ecco perché ho smesso di mangiare gamberi e tonno. Mangiare tonno industriale è veramente dannoso per l’ecosistema marino. Seguire uno stile di vita al 100% sostenibile non è certamente facile, ma cerco sempre di informarmi il più possibile e fare quanto posso.
A cosa ti ispiri per le tue collezioni?
A mia madre e al suo guardaroba durante la mia infanzia a St.Barths. E poi trovo ispirazione negli artisti che reinterpretano il mare, come Matisse e Keith Hairing. Tante idee mi vengono durante le mie esplorazioni subacquee proprio a St. Barths. In quei momenti riesco a meditare e a sgomberare la mente. La quiete che si respira sott’acqua amplifica l’esperienza visiva quando si incontrano le creature marine. Le immersioni per me sono lo strumento principale per fare ricerca e studiare i colori. Per esempio, ho appena scoperto che i pesci riescono a percepire uno spettro di colori più vasto di quello che visualizzano gli esseri umani. FISCH parla di questo, dei colori e del mare.
La sostenibilità è il nuovo lusso?
Direi proprio di sì. Credo che siano sempre di più i brand che scelgono un approccio più sostenibile rivedendo il loro business model. I consumatori sono sempre più informati ed esigenti in materia: molti si aspettano qualcosa di più oltre al concept e alla brand community, si interessano all’etica e all’origine dei prodotti. Prima di avviare il mio brand, alcuni leader del settore mi dicevano che erano incuriositi dal mio concept ma che non intendevano investire tempo e denaro per perfezionare il prodotto. Credo che si sbagliassero. Il prodotto è la cosa più importante, specialmente quando si parla di sostenibilità. Non sono solo costumi da bagno, sono capi d’abbigliamento che avrai nel guardaroba per sempre.
Come festeggerai la Giornata della Terra?
Questa quarantena ci ha obbligati a pensare al presente. Cerchiamo di fare previsioni e immaginare il futuro, ma sappiamo benissimo di non poter fare progetti a lungo termine per il momento. Vivere il presente mi ha fatto notare tutte quelle cose che davo per scontato e mi ha permesso di gestire il tempo in modo più consapevole. Percepisco tutto questo come un risveglio pieno di speranza per un futuro più responsabile. In occasione della la Giornata della Terra festeggerò la mia profonda connessione con il resto del mondo nella solitudine più totale.
Quali sono i progetti e le organizzazioni a cui ti senti più vicina?
Mi stanno molto a cuore i progetti e le iniziative che parlano di sostenibilità. La prima che mi viene in mente è Fashion Revolution: ammiro molto il modo in cui si fanno conoscere in tutto il mondo e ho avuto la fortuna di avere come mentore Orsola De Castro durante gli studi. Ha giocato un ruolo importante nella mia formazione e nella visione del mio brand. Oggi sono onorata di collaborare con LVR Sustainable, una bellissima iniziativa in cui credo molto.
Che ruolo hanno la sostenibilità e la tutela ambientale nella tua vita professionale e personale?
Sono al centro di ogni mia giornata. Dico sempre che la sostenibilità è un imperativo imprescindibile e mai un punto di arrivo. Cerco sempre di interrogarmi sugli effetti delle mie azioni, di essere consapevole e di rendermi conto di cosa succede intorno a me per capire in che modo posso aiutare, anche con una piccola cosa.
A cosa ti ispiri per le tue collezioni?
Alla realtà. Credo che l’ispirazione risieda in ogni situazione quotidiana. Bisogna essere abili ascoltatori e osservatori per captarla e non bisogna essere precondizionati e decidere a priori cosa ci ispira e cosa no. Ci sono cose però che sono diventate il fil rouge delle mie collezioni, come l’arte ottica che ti costringe a guardare in profondità. Da qui le strutture e i pattern geometrici, gli edifici e le tele di ragno. Il paradiso per me sono i ferramenta, gli abiti di una volta e le relazioni sociali: parlare con le persone è la chiave di tutto.
La sostenibilità è il nuovo lusso?
‘Sostenibilità’ e ‘lusso’ sono parole decisamente inflazionate: assumono significati diversi in base al contesto. Credo quindi che sia importante per gli individui, i professionisti e i brand definire che significato queste due parole hanno per loro. Per me sono accomunate dal rispetto. Rispetto per le persone e il loro lavoro, per l’ambiente e gli animali, per i materiali e la qualità dei prodotti, per la bellezza. È importante concentrarci sui valori autentici, non sulle etichette.
Come festeggerete la Giornata della Terra?
Con la pandemia, Madre Natura ci ha dato l’unico compito di fermarci, di pensare e di ripensare a cosa stiamo facendo in quando persone. Noi di RÆBURN festeggeremo il 50esimo anniversario della Giornata della Terra pensando al nostro impegno per minimizzare l’impatto ambientale dell’azienda e per migliorare il sistema moda. Il 22 aprile non lavoreremo, penseremo a un futuro migliore.
Quali sono i progetti e le organizzazioni a cui ti senti più vicino?
RÆBURN si interessa da sempre alle tre C: Craft (Artigianato), Creativity e Community. Uno dei nostri progetti in corso è la serie di workshop chiamati #OffCutAnimal. Apriamo le porte del nostro laboratorio ai partecipanti per creare delle mascotte a forma di animale insieme al nostro team utilizzando i materiali di avanzo. Ogni partecipante si porta a casa la propria mascotte, il loro ricavato va al WWF. Date le attuali circostanze, abbiamo spostato questa attività sulla nostra piattaforma digitale: creiamo dei pattern scaricabili dal nostro sito e le donazioni sono destinate alla lotta al Covid-19. Sono molto orgoglioso di questa iniziativa che risveglia la creatività e sono felice di aver coinvolto persone di tutto il mondo.
Che ruolo hanno la sostenibilità e la tutela ambientale nella tua vita professionale e personale?
Ognuno deve fare la sua parte, si tratta di buon senso. Io faccio il possibile per ridurre la mia impronta ecologica. Per esempio, al RÆBURN Lab cerco di procurare i materiali da fornitori locali o di compostarli… potete dare un’occhiata alla #WormChat qui: https://www.instagram.com/p/B-UU4IHg9TM/!
A cosa ti ispiri per le tue collezioni?
Spesso la trovo nei capi originali e funzionali che hanno un’incredibile capacità narrativa. È un po’ come l’archeologia la ricerca che faccio: vado in cerca di pezzi incredibili del passato da rielaborare in qualcosa di rilevante per il futuro.
La sostenibilità è il nuovo lusso?
Lo Zeitgeist è in continuo cambiamento. Il vecchio concetto di lusso (esclusività, eleganza, scarsa accessibilità e comfort) ha lasciato spazio ad un lusso consapevole del suo impatto ambientale. Il design responsabile ha l’importante compito di porre le basi per una moda più sostenibile. Me ne occupo personalmente dal 2001 e sono contento che il suo vocabolario si sia evoluto. È molto bello che progetti come LVR Sustainable valorizzino i brand che si impegnano in questo senso e che li mettano al pari dei brand più conosciuti da anni e anni. Il mondo sta cambiando.
Un ringraziamento speciale a Themoirè, Good News, Fisch, So-le Studio e Christopher Raeburn