Sem&Stènn

Com’è nato il vostro rapporto con la musica?

Siamo cresciuti in due contesti molto diversi, ma in entrambi la musica era molto presente. A casa di Sem lo stereo suonava sempre e ha trascorso la sua infanzia con un fratello e una sorella fan di Madonna e degli Aerosmith, mentre i genitori di Battisti e dei Beatles. A casa di Stènn la musica era un po’ diversa. I genitori, coinvolti nell’organizzazione del coro della parrocchia, ascoltavano molti brani liturgici e classici e hanno da sempre voluto che il figlio studiasse uno strumento musicale. Nel 2012, dopo un anno di relazione, abbiamo deciso di metterci in gioco iniziando a produrre la nostra musica per la prima volta insieme, cercando di unire i nostri diversi mondi.

Raccontateci della vostra esperienza a X Factor.

All’inizio l’obiettivo era presentarci alle audizioni e cantare un nostro inedito, ma poi le cose sono andate diversamente. Ogni fase è stata una sorpresa, è stata un’esperienza intensa, formativa, difficile da dimenticare. Iniziati i live abbiamo cominciato a crederci, non volevamo lasciare quella routine fatta di sale prove, vocal coaching, gloss e costumi. Ma la nostra presenza è stata disturbante per molti. Il pubblico si sente rassicurato guardando qualcosa di già visto.

Quali sono le vostre influenze artistiche e musicali?

Le nostre influenze comuni sono i Pet Shop Boys e tutta la scena elettronica francese e britannica degli ultimi vent’anni (Justice, Kavinsky, Chemical Brothers, Daft Punk) e Christina Aguilera. Gli idoli di Sem sono MGMT, The Doors, The Killers, Paolo Nutini, mentre quelli di Stènn sono Robyn e Goldfrapp.

Avete sempre uno stile unico e stravagante. A che cosa vi inspirate per i vostri look?

A tutti e a nessuno in realtà. Prendiamo ciò che ci piace da qualunque epoca, personaggio, performance, abiti di scena, videoclip che cattura la nostra attenzione. Un giorno ci sentiamo David Bowie e Jim Morrison, un altro siamo Sick Boy e Mark di Trainspotting, un altro ancora mettiamo delle tute da meccanico.

I vostri designer preferiti?

Yoshio Kubo, Fiorucci, Prada, Gucci, VETEMENTS.

Parlateci del vostro nuovo singolo The Fair. Com’è nato e che cosa racconta?

The Fair è un inno al mondo del clubbing. Siamo nati come dj, abbiamo iniziato a suonare in diversi club a Milano poco dopo il nostro arrivo in città. Il club è il luogo in cui siamo nati come duo artistico. Nel brano ne elogiamo la bellezza, la leggerezza, la perdita di controllo.

La frase di una canzone che più vi descrive?

“They call us the pop kids, ’cause we love the pop hits, and quoted the best bits” da Pop Kids dei Pet Shop Boys, ma in realtà tutto il brano parla di noi e della nostra storia.

Com’è cambiato il vostro rapporto dopo X Factor?

Vivere ventiquattro ore su ventiquattro a stretto contatto con tanta altra gente ci ha ulteriormente uniti. È aumentata la nostra intesa, non avevamo tantissime occasioni in cui rimanere soli e parlare, per cui bisognava comunicare con gli occhi, ma pensandoci bene è un’intesa che avevamo da prima.

Presto uscirà il vostro primo album. Quando e dove possiamo ascoltarvi dal vivo?

Siamo eccitatissimi per tutto quello che avverrà da qui a breve. Stiamo completando gli ultimi pezzi, ci saranno dei featuring. Il tour partirà a marzo e toccherà gran parte dell’Italia. Durante il tour ci aspetta anche l’apertura agli Afterhours ad Assago il 10 aprile… e non vediamo davvero l’ora!

Quali sono i vostri progetti futuri?

Vogliamo conquistare l’universo. Il tour si estenderà all’estero. L’obiettivo principale è quello di far arrivare la nostra musica in ogni angolo del mondo. Adesso siamo reduci dalla visione del film di Luca Guadagnino ‘Chiamami Col Tuo Nome’, quindi è aumentato a dismisura il desiderio di fare cinema. Per cui lanciamo un appello a Guadagnino: noi ci siamo!