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BETTTER is better: intervista alla fondatrice e pioniera dell’upcycling Julie Pelipas

Abbiamo fatto qualche domanda all'insider del mondo della moda e fautrice della sostenibilità Julie Pelipas su tutto ciò che riguarda la moda sostenibile, le nuove tecnologie e il suo brand di upcycling all'avanguardia, BETTTER

In un settore in continua evoluzione come quello della moda, Julie Pelipas, ex Fashion Director di Vogue Ucraina e fondatrice del brand di upcycling di lusso BETTTER, è un simbolo di innovazione e sostenibilità. BETTTER è un brand specializzato nell’upcycling di stock invenduto di abbigliamento maschile che viene trasformato in completi da donna versatili, pensati per adattarsi e valorizzare la figura femminile, utilizzando algoritmi di design sostenibile (Sustainable Design Algorithms) per trasformare l’inventario invenduto maschile in capi funzionali. È un sistema di tecnologia di upcycling di design che funziona su scala industriale, convertendo l’inventario di stock invenduto in capi reinventati e dando nuova vita e reddittività a ciò che era considerato uno scarto. L’ispirazione di Julie deriva dalla necessità di abbattere gli stereotipi sui completi femminili tradizionali, con l’obiettivo di creare capi che diano forza alle donne attraverso il comfort e la sicurezza di sé. Come ambasciatrice della No More Plastic Foundation, fondatrice di BETTTER e voce a tutto tondo della moda sostenibile, Julie sottolinea l’importanza di promuovere le tecnologie di upcycling per un futuro sostenibile. Abbiamo avuto la fortuna di poter fare qualche domanda a Julie su tutto ciò che riguarda BETTTER, l’upcycling e il futuro della moda. Continuate a leggere per saperne di più sul suo percorso di innovazione e sui suoi progetti per aiutare a rivoluzionare questo settore.

Completo in lana Hourglass, camicia in popeline doppia, camicia oversize, blazer upcycled

Julie, potresti raccontarci la visione alla base di BETTTER e cosa ti ha ispirato a fondare un brand di moda focalizzato sull’upcycling?

Credo che ogni persona nel nostro settore, di tanto in tanto, abbia la sensazione che “il settore stia crollando e siamo andati troppo oltre”. Ho ideato il concetto su cui si basa BETTTER mentre lavoravo ancora da VOGUE. Entrare in questo settore dalle porte dei media ti dà una prospettiva a 360 gradi su tutti gli aspetti positivi e negativi. Vedi come funzionano veramente le cose. E ciò che ho notato costantemente è che tutti, indipendentemente dalla dimensione dell’attività, sono intrappolati nello stesso meccanismo: i cicli e le stagioni che si basano su vecchi schemi di sistemi di fornitura/produzione, e di conseguenza, producono inventari eccessivi e zero soluzioni per un potenziale ciclo di vita successivo per quei capi. E poi ci sono quelle brutte storie di cui nessuno vuole parlare, in cui i vestiti vengono bruciati, smaltiti o (nel migliore dei casi) tenuti per sempre come stock invenduto. Mi fa piacere vedere un numero così alto di startup che si occupano di riciclo, ovvero di down-cycling, il contrario dell’upcycling. Ma possiamo fare molto di più in modo sostenibile e intelligente. E ciò che mi ha sorpreso di più è che ci sono ancora così poche realtà in questo campo. L’upcycling è stato messo estremamente da parte perché è stato percepito come una sorta di cosa artistica/patchwork che non ha nulla a che fare con le tecnologie e una prospettiva a lungo termine per una crescita sana. Quindi non si fanno investimenti, non si esplora, né si ha fiducia in questo metodo. Avevo la sensazione di essere da troppo tempo in una situazione in cui si parla e basta, quindi volevo iniziare ad agire e a fare un vero sforzo verso un futuro a zero rifiuti.

Julie Pelipas in piedi di profilo davanti a una parete di foto, indossa pantaloni lunghi neri e una camicia bianca

Come funziona il processo creativo di BETTTER e qual è la differenza con i processi creativi tradizionali che non coinvolgono l’upcycling?

In BETTTER ci occupiamo di re-design, a partire dall’analisi dell’inventario di dead stock, che automatizziamo con il nostro software brevettato. Collaborando con i brand, la primissima fase del processo creativo consiste in una meticolosa ricerca sulla tradizione e sulla storia del brand, in modo che quando ridisegniamo i capi, il DNA principale venga preservato e reinterpretato rispettosamente. Questo approccio basato sul materiale garantisce che ogni capo sia unico e sfrutti al massimo le risorse a disposizione. Al contrario, il processo di design tradizionale spesso inizia con un concetto o una tendenza, seguito dalla ricerca di nuovi materiali per dare vita a quella visione. Il nostro processo capovolge questo modello, valorizzando la creatività all’interno dei vincoli dati dai materiali già esistenti.

Julie Pelipas indossa un completo beige upcycled e un paio di sneakers

L’upcycling è spesso visto come un processo su piccola scala che produce capi unici a causa dell’univocità dei materiali disponibili, ma i tuoi capi sono disponibili in varie taglie, rendendo la moda upcycled più commerciale. Come è riuscita BETTTER a potenziare l’upcycling?

La nostra direzione è verso una pratica più di nicchia, più vicina alla couture che a un’attività scalabile radicata nel contesto del campo poco studiato del dead stock stesso. Vedi, c’è una tale mancanza di dati [sui materiali dead stock], quindi si presuppone prevalentemente che il dead stock per sua natura sia un lotto di capi unici. In alcuni casi, le persone potrebbero erroneamente associare l’upcycling alla riproduzione di abiti vintage o di seconda mano, il che è molto diverso. Il numero di SKU in alcuni dead stock potrebbe essere quasi quanto l’intera collezione. La natura e la dimensione dei dead stock sono sempre diverse, ed è per questo che siamo così concentrati sulla tecnologia dietro il prodotto. È una situazione della serie “viene prima l’uovo o la gallina”: un tale prodotto sarebbe impossibile da scalare senza tecnologia, ma è anche impossibile creare la tecnologia senza un prodotto. Quindi facciamo entrambe le cose. Questo modello non solo rende la moda upcycled commercialmente fattibile, ma stabilisce anche un precedente per altri brand, dimostrando che sostenibilità e scalabilità possono coesistere.

Julie Pelipas in piedi scalza davanti a un quadro indossa jeans baggy bianchi e una t-shirt bianca

Il tuo percorso personale ha influenzato molto la direzione di BETTTER. Come bilanci il tuo stile personale e la tua visione con le esigenze commerciali per gestire un brand di moda di successo?

Ho una mia politica personale basata sul “niente cavolate”, che è fondamentalmente un “reality check” molto forte, che facciamo per ogni capo che creiamo. Scherzo sempre dicendo che creo vestiti per momenti sobri. Scherzi a parte, credo veramente che i vestiti funzionali di alta qualità e con una vestibilità intelligente, che siano rilevanti per le esigenze delle donne contemporanee, siano la risposta di base a tutte le domande sulla sostenibilità. Creo vestiti pensando alle donne. Per loro, per fare tutto quello che vogliono e anche di più. Il mio percorso personale, ovviamente, è alla base di questo concetto. Sono la prova vivente di come i vestiti possano darti forza e aiutarti a creare il tuo percorso nella vita.

Quali consigli daresti ai designer emergenti che sono appassionati di sostenibilità e vogliono incorporare l’upcycling nei loro brand?

Il mio consiglio ai designer emergenti è di essere innovativi nel loro approccio al design e alla produzione. Collaborate con altri nel settore che condividono i vostri valori e non abbiate paura di sperimentare e correre rischi. È fondamentale anche aggiornarsi continuamente sulle nuove tecnologie e i nuovi metodi nel mondo della moda sostenibile. Infine, siate pazienti e costanti: costruire un brand che incarna veramente il principio della sostenibilità richiede tempo e dedizione, ma l’impatto che potete fare vale lo sforzo.

Black wool collarless cropped jacket and mini shorts, Wrap deconstructed straight jeans, Black Hourglass wool suit

Cosa immagini per il futuro della moda e della cultura sostenibili e come BETTTER prevede di contribuire e continuare a plasmare questo futuro?

Istruzione e ricerca continua. Attualmente, non esistono programmi dedicati all’upcycling ed è fondamentale per noi fornire questa conoscenza, questi dati e questi strumenti ai designer emergenti. Vogliamo promuovere questo nuovo tipo di mentalità focalizzata sul concetto di lavorare con materiali già esistenti piuttosto che crearne di nuovi. BETTTER prevede di contribuire a questo futuro continuando ad ampliare le tecnologie di upcycling, promuovendo partnership con altri brand sostenibili e sostenendo un cambiamento sistemico nel settore. Vogliamo essere leader nel dimostrare che l’alta moda e la sostenibilità possono coesistere e crescere insieme, ispirando altri a unirsi a noi nella creazione di un panorama della moda più responsabile e bello.

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