LVR: Partiamo dall’inizio: come ti sei avvicinata al mondo delle sneakers?
SJ: Ho iniziato ad appassionarmi alle sneakers con la rivisitazione delle Huaraches del 2012-14, mi pare. Prima di quell’anno avevo già un forte interesse per le scarpe sportive, avevo appena iniziato l’università e avevo più lavori part-time e quando hanno fatto uscire le nuove Huaraches è stato amore a prima vista! Erano comode e avevano un aspetto del tutto nuovo.. la silhouette mi aveva conquistata! Ricordo che, con il mio primo gruppo di studio, feci un’offerta a un’asta per averle in un colore inedito. Era la prima volta che ricevevo un paio di scarpe dall’estero e la sensazione di di aver ottenuto qualcosa che altri non erano riusciti ad avere mi elettrizzava.
Vivo in un paese relativamente piccolo, le persone si vestono tutte in modo molto simile e anonimo. Avere un paio di sneakers in edizione limitata mi ha aiutata a creare uno stile del tutto personale. Da quel momento mi sono sentita molto più sicura di me. In poco tempo sono riuscita ad ampliare la mia collezione con vari modelli di brand diversi. Ho imparato a conoscere la storia di ogni paio e questo non ha fatto che intensificare la mia passione.
In Danimarca non c’è una conoscenza diffusa delle sneakers come negli Stati Uniti o nel Regno Unito: ho sempre sofferto il fatto di non avere persone con cui condividere i miei interessi nel mio paese. È proprio per questo che nel 2019 ho creato la pagina IG @sallyssneakers che mi ha permesso di costruire una community di sneakerhead in poco tempo. Ad alcuni possono sembrare futili, ma dietro le sneakers, se le conosci a fondo, c’è un universo da scoprire.
LVR: Che differenza c’è fra collezionare sneakers e indossarle? Le indossi tutte quelle della tua collezione?
SJ: Indosso la maggior parte delle mie scarpe — le acquisto proprio con l’intenzione di indossarle, ma ne ho anche più di 300 e i piedi sono soltanto due, quindi raramente riesco a indossarle molte volte.. Mi considero una collezionista perché questa è la mia passione e per il numero di edizioni limitate che ho. So che si tratta di scarpe, ma fanno parte della mia vita quotidiana: sono la mia passione, il mio lavoro e rappresentano gran parte di ciò che sono.
LVR: Hai più di 286k follower su Instagram. Che ruolo ha avuto questa piattaforma per te?
SJ: A volte è difficile stare al passo con la popolarità. Non credo che mi renderò mai conto di avere così tante persone interessate alla mia pagina. L’ho aperta a 24 anni, durante il Master in psicologia: al tempo, avevo una visione completamente diversa di come sarebbe stato il mio futuro. Dopo la laurea ho fatto domanda per un lavoro di sei mesi, ma poi ho deciso di dedicarmi a @sallyssneakers a tempo pieno.
Avere una mia piattaforma mi ha permesso di perseguire la mia passione in modo più semplice. Ho un accesso privilegiato alle sneakers più esclusive e lavoro a stretto contatto con i brand che più ammiro. Ciò non significa che non paghi alcuni modelli o che non abbia difficoltà ad averne alcune.. Adesso ci sono molte persone interessate, la domanda è molto alta. Per alcuni è arte, per altri un investimento. Oggi la sneaker può essere anche qualcosa di estremamente lussuoso, può arrivare a costare anche migliaia di dollari, superando di gran lunga il prezzo retail.
Indosso la maggior parte delle mie scarpe — le acquisto proprio con l’intenzione di indossarle, ma ne ho anche più di 300 e i piedi sono soltanto due, quindi raramente riesco a indossarle molte volte..
LVR: Qual è la cosa più strana che hai fatto/ faresti per avere un paio di sneakers che ami?
SJ: Mi sono accampata fuori da diversi negozi di scarpe per ore con una temperatura di 0 gradi, portando mia madre e le mie sorelle per avere compagnia e per poterne acquistare di più – di solito è possibile acquistare un solo paio in un’unica variante di colore. In queste occasioni, spesso sono l’unica ragazza..
LVR: Cosa significa essere una donna nella community delle sneakers? Cosa sarebbe utile per dar voce alle donne in questo campo?
SJ: Non credo abbia molto senso fare distinzione fra uomini e donne quando si parla di sneakers. Credo molto negli interessi genderless e nell’inclusività. La cosa bella di questa passione è proprio la sua capacità di unire le persone a prescindere da origini, genere, estrazione sociale..
Vogliamo tutti la stessa cosa: non solo le donne amano il rosa e non solo gli uomini amano il blu. E poi, adesso sono molte le donne a lavorare in questo campo, così come le edizioni speciali pensate al femminile. Resta comunque il fatto che c’è ancora molto da fare. Dobbiamo iniziare a rompere le convenzioni, a chiedere ai brand di ascoltare la società.
Come donna sono stata spesso esclusa dalle uscite che non venivano prodotte nella mia taglia, il che mi ha fatto sentire un po’ trascurata dai brand che ammiro. È strano che le sneakers possano ancora essere prevalentemente associate al genere maschile nel 2021. Quest’anno però ci sono stati molti drop delle Dunk in colorazioni femminili che sarebbero piaciute anche agli uomini.. nemmeno in questo caso è giusto.
Non credo abbia molto senso fare distinzione fra uomini e donne quando si parla di sneakers. Credo molto negli interessi genderless e nell’inclusività.