Dato lo stop agli eventi e alle parate in presenza, LVR celebra il WorldPride 2021 in versione digital insieme ai talenti queer che stanno plasmando il settore della moda. In questo articolo intervistiamo Tyler Omeed Mazaheri e Joel McLoughlin, due delle nostre muse che ci parlano di stile, identità e inclusività.
Tyler Omeed Mazaheri, Los Angeles
Parliamo di come ti vesti: dove trovi l’ispirazione?
Nel corso degli anni ho imparato a limitare i colori che indosso, quindi adesso mi concentro soprattutto sulla scelta delle silhouette. In camera ho un armadio industriale di metallo che, gradualmente, si è trasformato in un oggetto decorativo: ha le stesse nuance tenui e naturali del resto della mia stanza; si inserisce alla perfezione nel contesto.
Quando devo creare un nuovo outfit, cerco di partire da un capo che non indosso da un po’ di tempo e lo rendo il punto focale del look. Per fare un esempio, ho un paio di pantaloni di Rick Owens a vita alta verde oliva particolarmente lunghi. Con quelli probabilmente indosserò un paio di stivaletti col tacco, per evitare di inciampare sull’orlo… Poi, in base al colore delle scarpe, scelgo qualche accessorio coordinato (cintura, occhiali da sole, borsa). A questo punto resta da decidere soltanto cosa indossare sopra in base alla temperatura. Se i pantaloni, come in questo caso, sono a vita alta e sono piuttosto lunghi, opto per un top aderente, per compensare l’ampiezza della parte inferiore del look. In generale, cerco di costruire outfit equilibrati che slancino la silhouette.
Che relazione esiste fra la tua identità queer e il tuo stile?
Fin da quando ero piccolo, non ho mai capito la necessità di un sistema binario di genere e non ho mai sentito il bisogno di etichettare i capi come maschili o femminili. Credo che tutto questo si possa vedere dal modo in cui mi vesto. Mi piace indossare solo ciò che mi piace e restare sul semplice; mi piace anche sperimentare con look mix & match con capi tipicamente maschili e/o femminili. Il mio stile è fluido, oscilla continuamente fra il maschile e il femminile.
Cosa pensi della moda inclusiva?
Penso che inclusività e intersezionalità vadano di pari passo. Quando penso alla moda inclusiva, penso a uno standard di abbigliamento verso cui tutti dovremmo tendere, uno standard che tenga conto di ogni corporatura, genere e abilità. Per essere inclusiva, la moda deve essere attenta alle silhouette curvy, alle necessità dei transgender e a quelle dei disabili.
Quali sono i tuoi brand preferiti della selezione di LVR?
Ci ho messo un po’ di tempo a individuare i brand che rispecchiano il mio stile. Ad oggi posso dire che quelli con cui meglio mi identifico sono Ann Demeulemeester, Andersson Bell, Bottega Veneta, Comme des Garçons, Dion Lee, Jil Sander, Junya Watanabe, Maison Margiela, Marni, Martine Rose, Raf Simons, Telfar e Y-Project.
Quali piani hai per il mese dedicato alla comunità LGBTQ+ quest’anno?
Tra qualche settimana dovrei andare a New York per lavoro, quindi forse riuscirò a essere presente al New York Pride per la prima volta in assoluto. A parte questo, non ho niente di particolare in programma. Ho pensato di aggiornare una zine sul tema del Pride che ho condiviso due anni fa, Say Your Prayers, perché raccontava il mio viaggio in una famiglia e in una città natale fortemente religiosa. Vedremo se riuscirò a portare a termine questo progetto, ahah.
Joel McLoughlin, Londra
Parliamo di come ti vesti: dove trovi l’ispirazione?
Quello che indosso dipende dal mio umore. Di solito mi concentro su un capo in particolare e penso “questo mi piacerebbe indossarlo oggi“; poi ci costruisco un outfit attorno. Mi piace investire in capi comodi: circa il 95% del mio guardaroba è occupato da vestiti super confortevoli. In questo modo sono sicuro di riuscire a creare abbinamenti perfetti per ogni giorno.
Che relazione esiste fra la tua identità queer e il tuo stile?
Fin da adolescente sono sempre stato attratto da modi di vestire non convenzionali. Che i capi fossero nella sezione femminile o maschile, non mi importavano le etichette, mi interessava soltanto come mi facevano sentire quando li indossavo. Non smetto mai di esplorare ogni sfumatura del mio stile: questo mi ha insegnato a conoscermi meglio nel corso degli anni, permettendomi di indossare tutto ciò in cui mi sento a mio agio per esprimere al meglio la mia mascolinità/femminilità e tutto il resto. Crescendo, la consapevolezza del mio corpo e del mio orientamento sessuale gay è cambiata. Essere queer mi rende molto forte, mi permette di essere me stesso ed essere orgoglioso di chi sono.
Cosa pensi della moda inclusiva?
È una migliore rappresentazione della diversità di genere, etnia e corporatura. Nel settore della moda si sono fatti grandi progressi negli ultimi anni, ma c’è ancora molta strada da fare. La mentalità dei consumatori è molto diversa da quella di dieci anni fa. Le persone oggi fanno caso al tipo di consapevolezza che hanno i brand; vogliono che le aziende in cui investono i loro soldi abbiano una visione completa delle cose. Credo questo atteggiamento sia giusto…
Quali sono i tuoi brand preferiti della selezione di LVR?
Tornando al mio amore per il comfort, sono sempre stato un fan sfegatato di Balenciaga. Penso sia proprio per questo che apprezzo così tanto le creazioni di Demna: sono per tutti i giorni ma hanno quel quid in più. Vado matto anche per Ader Error, Maison Margiela, Martine Rose, Prada, Raf Simons… impossibile menzionarli tutti!
Quali piani hai per il mese dedicato alla comunità LGBTQ+ quest’anno?
Di solito partecipo sempre agli eventi che organizzano nelle città principali, ma quest’anno in UK sono stati tutti riprogrammati di modo che possano essere svolti in totale sicurezza più avanti. Esistono comunque altre iniziative, principalmente online, per supportare le comunità e gli artisti LGBTQ+ quest’anno. La maggior parte dei miei amici a Londra fa parte della comunità LGBTQ+: condividerò i loro lavori sui miei canali social in segno del mio appoggio ai loro valori. Nel 2019 sono andato alla sfilata Pride a Manchester… è stato molto divertente. Osservare l’amore e il supporto per la comunità LGBTQ+ da parte del pubblico è davvero stimolante.
A special thank you to Joel McLoughlin (@gallucks) and Tyler Omeed Mazaheri (@tylermazaheri).