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Borse Gucci: i modelli iconici che hanno scritto la storia

Dalla Jackie Gucci 1961 alla Dionysus GG dalla Horsebit 1955 alla GG Marmont, tra modelli vintage e nuove tendenze, attraversiamo le epoche della maison Gucci alla scoperta delle borse più amate di sempre.

Nel seducente scenario del luxury, le borse Gucci hanno ridefinito il concetto di eleganza, incarnando un indiscusso emblema di stile e sofisticatezza. L’inconfondibile logo, i materiali pregiati, i modelli che hanno orientato le tendenze moda fin dai primi esordi in passerella, hanno catturato l’attenzione di celebrità e appassionati del “Made in Italy”. L’esclusività delle borse Gucci, dai modelli a spalla alle clutches, dagli zaini alle borse a mano fino ai marsupi e borselli da cintura, conferma la loro essenza di autentici must-have nel panorama della moda. Ogni modello racchiude in sé un patrimonio di tradizione e innovazione, nonché il risultato di un sapiente equilibrio tra artigianalità e visioni moderne.

Tra le borse iconiche che hanno fatto la storia del brand, memorabile è la borsa Gucci Bamboo, con il suo originale manico in bambù e la forma hobo, divenuta nel tempo simbolo di una ricercatezza raffinata. La Jackie Gucci 1961, una borsa evergreen, è un’ode all’indimenticabile first lady americana Jacqueline Kennedy. E, ancora, la Gucci Horsebit 1955, con il caratteristico morsetto in metallo che richiama il mondo equestre, evocando un’aura vintage intrisa di nobiltà; mentre la Dionysus GG gioca con audaci e vigorosi dettagli che la collocano nell’olimpo delle borse di lusso. Non possiamo, poi, tralasciare la Gucci Dianatote bag preferita dalla principessa del Galles e la Gucci GG Marmont, che con il suo logo in metallo GG rivisita il glamour degli anni ’70. Per chi è alla ricerca di un tocco retrò, infine, le borse Gucci vintage offrono quel fascino nostalgico capace di combinare un design dall’appeal unico e l’eccezionale qualità dei materiali, da sempre firma indiscutibile del brand.

Gucci Handbags: Iconic Models That Have Shaped Fashion History

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 La storia di Gucci: un viaggio del Made in Italy nel mondo

Medium Gucci Horsebit Chain leather bag

La storia del marchio Gucci inizia con un viaggio. Il viaggio di Guccio Gucci nel 1897 verso Londra dove, grazie al suo lavoro di fattorino presso il Savoy Hotel, si avvicina al mondo delle borse, maneggiando i bagagli di lusso della clientela ospite dell’hotel. Un’esperienza in grado di arricchirlo e stimolarlo al punto tale da tornare nella città natale, Firenze, per aprire il suo primo negozio in via della Vigna Nuova. È proprio lì che inizia a vendere valigie, prodotti di pelletteria dallo stampo artigianale e accessori per l’equitazione. Non a caso simboli come il morsetto, la staffa e il famoso nastro verde-rosso-verde avrebbero continuato a riflettere, negli anni, le radici equestri del marchio. Da sempre Gucci è stato sinonimo non solo di tradizione ma anche di innovazione e avanguardia. Quando l’embargo degli anni ’30 sfidò l’Italia, infatti, il marchio reinventò se stesso, introducendo la distintiva doppia G su tessuti innovativi come canapa e juta.

Il successo delle creazioni di Guccio Gucci si espanse in Italia con Aldo e Rodolfo Gucci e il brand conquistò prima Milano, poi Roma e, infine, sbarcò oltreoceano per sedurre le vetrine di New York. Icone come Jacqueline Kennedy, Maria Callas, Audrey Hepburn, Wallis Simpson duchessa di Windsor furono catturate dal fascino dell’artigianalità di Gucci, enfatizzando l’allure di borse e accessori dalla qualità rinomata. Gli anni che seguirono furono segnati da innovazioni e sfide: i celebri mocassini, il foulard di seta Flora, omaggio alla Principessa di Monaco Grace Kelly, l’arrivo di Tom Ford, della talentuosa Frida Giannini e dell’eclettico Alessandro Michele. Grandi nomi come Yves Saint Laurent, Alexander McQueen e Balenciaga si unirono al Gruppo. Ma Gucci non dimenticò mai le sue radici: nel 2011, per celebrare il suo novantesimo anniversario, aprì un museo a Firenze, il Gucci Garden, regalando agli amanti della moda l’esempio che passato e futuro possono camminare di pari passo nel corso dei decenni.

L’evoluzione delle borse Gucci e i modelli iconici

1955 Horsebit GG canvas shoulder bag

L’evoluzione delle borse Gucci racconta una storia di stile, creatività e passione per il design. Da sempre, la maison ha definito standard elevati nel mondo della moda, rendendo ogni creazione un simbolo di lusso, qualità e raffinatezza. Iniziando con una delle iconiche borse a mano, la Bamboo degli anni ’40, che con il suo particolare manico in bambù divenne un segno distintivo del brand, Gucci ha continuato a sorprenderci. La Jackie del 1961, borsa a spalla dal fascino immortale, è un tributo alla sofisticatezza senza tempo. L’avanguardia della Horsebit 1955, accessorio che conferisce classe e carattere ad ogni genere di vestito. E, poi, il progresso di modelli come la Dionysus GG e la GG Marmont, con finiture anticate color oro, che rappresentano una fusione tra la storica maestria del marchio e le tendenze contemporanee, confermando lo status symbol di Gucci tra le eccellenze del “made in Italy” nel mondo.

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Jackie Gucci 1961: la borsa a spalla per eccellenza

Jackie 1961 leather bag

La Jackie Gucci 1961 è una borsa dall’allure eterna che, dalla metà del secolo scorso, continua ad essere tra le preferite delle celebrità (e non solo), con la sua tipica forma a mezzaluna e la chiusura a fibbia. Caratteristiche che, fin dagli esordi, decretarono la straordinaria novità e l’indiscutibile garbo di un accessorio esclusivo. La storia racconta che Jackie Kennedy fu fotografata spesso dai paparazzi con la borsa Gucci in stile hobo, al tempo chiamata Fifties Constance, e che la foto fece il giro del mondo al punto che la maison decise di ribattezzarla con il nome di Jackie Gucci.

La tipica forma a mezzaluna venne rivisitata più volte dagli stilisti del brand, da Tom Ford a Frida Giannini fino ad arrivare alla versione di Alessandro Michele che, oltre ad aggiungere al modello Jackie una chiusura a pistone, ha reso la borsa un emblema del look gender fluid, proponendo vari colori, design, materiali e dimensioni, sia nella versione a mano che a tracolla. Una vera e propria svolta espressiva che consente di indossare la Jackie Gucci sia con capi informali, come minigonne, shorts, vestiti mini che con vestiti lunghi e giacche da sera.

Gucci Bamboo 1947: l’eterna borsa a mano dai manici in bambù

È considerata una vera e propria borsa cult degli anni ‘50 e ‘60, da quando le bellissime Elizabeth Taylor, Vanessa Redgrave, Ingrid Bergman hanno sfoggiato la loro Gucci Bamboo bag. La popolarità di questa borsa a mano, così particolare per l’epoca, crebbe così tanto che Gucci decise di brevettare il manico in bambù, preservando l’idea da possibili imitazioni. Tra le borse vintage per eccellenza, questo modello è stato rivisitato nelle collezioni primavera-estate del 2010, quando la direttrice artistica del tempo, Frida Giannini, esordì con la New Bamboo, una versione moderna che preservava tutto il fascino artigianale degli esordi. Ma ad affascinare ancora di più è la sua storia, di come da una necessità sia nata un’opera d’arte che ha portato al brevetto.

La Gucci Bamboo fu creata nel 1947, in un momento storico segnato dal secondo conflitto mondiale, in cui i materiali tradizionali di pelletteria non erano semplici da recuperare. E da qui l’intuizione delle canne di bambù, piegate e modellate a seconda dei modelli, elementi insoliti e stravaganti per la moda di allora ma, al tempo stesso resistenti e leggere, che portarono una ventata di novità nell’estetica di quegli anni. La prima ad indossare la Gucci Bamboo fu l’attrice Ingrid Bergman nel film di Roberto Rossellini, Viaggio in Italia, del 1954. Una data che segnò l’esordio della it bag nel cinema e nel jet-set internazionale, preparandosi ad essere oggetto di reinterpretazione dei vari direttori creativi della maison Gucci.

Gucci Horsebit 1955: la borsa tracolla che ha segnato un’epoca

Mini 1955 Horsebit leather bag

Dettaglio cult delle borse Gucci è il famoso morsetto metallico, tratto distintivo del brand che ritroviamo anche nelle stampe di alcuni vestiti a fantasia, sui mocassini classici e tra gli accessori di pelletteria. Secondo la storia, questo piccolo dettaglio ha fatto la sua prima comparsa nel 1953 su un paio di mocassini, sottolineando il legame della famiglia con l’universo dell’equitazione inglese. Due anni dopo, nel 1955, il doppio anello con barra centrale sarebbe stato destinato ad essere un segno distintivo delle future collezioni Gucci. La connessione che, negli anni, è esistita tra i vari modelli di borse è racchiusa in questo piccolo dettaglio dorato, divenuto una delle immutate eredità del marchio. Un racconto che inizia con la creazione per mano di Aldo Gucci ai suoi esordi e continua fino ad oggi con le proposte che hanno scritto la storia del brand, tra cui la linea di Alessandro Michele, che ha segnato la nascita della borsa Gucci Horsebit 1955.

Sintesi perfetta di novità, tradizione ed eleganza classica, la borsa con tracolla regolabile da indossare a spalla o crossbody viene presentata in una varietà di materiali, sia nel modello in tela GG che in sofisticata pelle pregiata, confermando la sua innegabile ricercatezza. Ultima novità della maison è la Gucci Horsebit 1955 Chain, rivisitazione impreziosita da una delicata tracolla in pelle o con catena e un morsetto extra large, da indossare a tracolla o come borsa a mano. La Chain Bag, con la sua forma trapezoidale, la pregiata pelle trapuntata, lo shearling e il monogram GG, ha conquistato celebrities e passerelle per una borsa dal tocco vintage da cui lasciarsi ammaliare.

Gucci GG Marmont: la borsa in pelle matelassé icona di stile

GG Marmont matelassé leather bag

Sono gli anni ‘70 quando la nascita del logo GG, chiaramente ispirato al fondatore Guccio Gucci, si sposa perfettamente con l’idea di un modello di cintura, da cui prenderà ispirazione la celebre Gucci GG Marmont. Bisogna, però, attendere il 2016 per l’esordio sulle passerelle della it bag GG Marmont, grazie alla mano del direttore creativo Alessandro Michele che, amante del vintage, ha dato vita a questa borsa ispirandosi proprio alle cinture della maison fiorentina degli anni ‘70. Il suo nome si riferisce allo “Chateau Marmont Hotel”, frequentato dalle star fin dagli anni ‘20. Un luogo che lascia intravedere lo sfarzo e lo splendore di quegli anni, essendo da sempre frequentato da star del calibro di Greta Garbo, James Dean, Jim Morrison e più recentemente, Lady Gaga.

Una borsa che apre la strada ad una collezione più ampia composta da zaini, marsupi, portafogli e shopping bag. Ma, al di là della varietà di proposte di casa Gucci, a conquistare il cuore di ogni donna è la tradizionale Gucci GG Marmont dalla forma retrò, disponibile in tre grandezze: mini, media e grande. La Marmont, con la classica chiusura a patta, si presenta in vari colori e tessuti, evocando le linee storiche di quegli anni rivoluzionari. Una borsa che, fin dall’inizio, ha espresso lo spirito bohémien dell’epoca, declinando il modello non solo in varie grandezze ma anche nei differenti tessuti e materiali: vivide stampe floreali per il modello GG Marmont in stampa Ken Scott, perfetto per chi ama un look fantasioso e romantico; paillettes ricamate su strisce colorate, da abbinare in contrasto al più classico degli outfit con pantaloni skinny o jeans. Si aggiunge, poi, il velluto con colorazioni strong come nero, rosso, bordeaux alle tonalità più stravaganti quali giallo, azzurro o verde. Non può mancare naturalmente la pelle, che conferma il suo stile versatile e raffinato, perfetto per ogni look.

Diana Gucci: la tote bag della principessa Diana

Nel 1991, quando la famosa borsa dai due manici in bambù fece il suo esordio, divenne una delle preferite della principessa Diana. Dal tessuto in suede beige e con manici in bambù, la borsa è stata più volte fotografata al braccio di Lady Diana, che solitamente sfoggiava con look casual come jeans o pantaloni e mocassini abbinati a camicie o addirittura a t-shirt, rispecchiando lo stile unico e distinto di una vera principessa. Ma il successo di questa tote bag è stato definito anche dalla versatilità della borsa, dal momento che la Lady D amava indossarla anche con abiti eleganti, come completi, tubini e scarpe con tacco alto.

Agli esordi degli anni 2000, con l’arrivo di Alessandro Michele come direttore creativo della maison, la tote bag è stata reinventata, aggiungendo dettagli contemporanei ma preservando lo spirito iconico del modello originale. La nuova Gucci Diana, pensata in tre misure diverse e disponibile in vari colori e tessuti, è diventata un accessorio irrinunciabile di celebrities italiane e internazionali, come Elle Fanning o Sienna Miller. La particolarità della borsa Gucci Diana, oltre alla qualità dei tessuti e alla varietà di materiali sofisticati quali struzzo viola o pitone multicolor, si trova nelle finiture anticate color oro e, soprattutto, le fascette decorative in pelle di vari colori: dal verde e giallo fluo ai colori pastello e più classici come il nero, il beigie, il bianco o il rosa cipria. Un dettaglio che richiama le fascette utilizzate originariamente per preservare la forma corretta dei manici in bambù.

Dionysus GG: la divina Supreme Mini Bag

Un’idea vincente, quella dello stilista di allora Tom Ford, che negli anni ‘90 ha rinnovato il brand con una borsa dai manici a catena, stravaganti inserti in coccodrillo e una decisiva chiusura in metallo con teste di drago. Un modello che è stato reinventato da Alessandro Michele nel 2015 con la Dionysus GG, divenendo un modello di borsa a spalla capace di arricchire l’outfit con un tocco di classe. La creazione della Dionysus GG esprime l’amore di Alessandro Michele per la cultura ellenistica, da cui il nome ispirato al dio greco, Dioniso, divinità che esprime nell’ideologia classica uno stile di vita celebrativo, la gioia della rinascita e un pizzico di follia, con un richiamo naturale alla lussuria degli antichi greci.

La particolarità che rende unica questa borsa è la chiusura a forma di ferro di cavallo con teste di tigre, un netto richiamo al mondo equestre di casa Gucci, ma con uno sguardo alla mitologia greca, capace di racchiudere concetti che vanno ben oltre una semplice borsa. Le teste di tigre, come marchio indistinguibile della Dionysus GG, raccontano l’episodio in cui Dioniso sembrerebbe aver attraversato, sul dorso di una tigre inviata da Zeus, quello che oggi viene chiamato il fiume Tigri. Simbolo sacro del dio greco, la tigre incarna la forza e la raffinatezza di una figura divenuta storia. Un’immagine allegorica che si traduce in una delle borse iconiche del brand, da portare a spalla o a mano grazie alla tracolla a catena scorrevole tipica di questo modello. La supreme mini bag, disponibile in pelle, tela e camoscio è un passepartout per abbinamenti eleganti con vestiti da sera, blazer e pantaloni flared ma anche per outfit casual con vestiti in maglia, gonne di jeans e giacche in pelliccia & shearling per un tocco divino dall’allure intramontabile.

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